Perché i pisani sono così “odiati” dagli altri toscani
La Toscana, terra di Guelfi e Ghibellini, è la regione dei campanilismi e degli eterni contrasti. Ecco la storia che trasformò Pisa in "vituperio delle genti"
Pisa Vs Livorno (e viceversa)
Partiamo dalle basi, ovvero dall’odio atavico tra Pisa e Livorno, certo uno dei campanilismi più famosi (e spesso esilaranti) di tutta la Toscana. Un'antipatia reciproca e antichissima, ormai fonte d'ilarità per tutte le regioni italiane, dalle origini lontane e spesso sconosciute ai più.
Se infatti l'invettiva labronica «pisa m...» si trova incisa sui muri di tutto il mondo, i pisani rispondono dagli spalti dello stadio con i versi: «Il sogno del pisano è svegliarsi a mezzogiorno guardare verso il mare e non vedere più Livorno». Ed è allora che i livornesi controbattono: «Pisano vagabondo che ti alzi a mezzogiorno, intanto la tu' moglie te la tr...... a Livorno».
Al di là delle differenze più o meno dichiarate, la tradizione farebbe risalire questa rivalità al Medioevo. Pisa era ancora una repubblica marinara quando venne sconfitta dai genovesi alla Meloria nel 1284, il celebre scoglio della costa livornese. Complici la politica medicea e il processo d’interramento del bacino di Porto Pisano durante il '500, Livorno diverrà il porto principale della Toscana, oscurando la supremazia marittima di Pisa. Invece di riversare il proprio odio contro Genova, i pisani preferirono le vicine Livorno e Firenze. Affettuosamente ricambiati.
«Ahi Pisa, vituperio de le genti»
Nel XXXIII canto dell'Inferno Dante scosso dalla triste vicenda del Conte Ugolino, si scaglia in un'invettiva contro Pisa (vv.79-90), augurando che le due isole di Capraia e Gorgona si muovano e blocchino l'Arno sulla foce sino a farlo straripare, portando all'annegamento di tutti i cittadini della crudele città, definita appunto “vergogna degli italiani”.
La rivalità tra la ghibellina Pisa e Firenze guelfa risalivano già a tempi addietro e proseguirono ben oltre l'età di Dante. Accanto alle ben note motivazioni politiche dell'eterna e sanguinosa lotta tra guelfi e ghibellini, l'origine di tale astio deriva dalla progressiva perdita di centralità che Pisa subì nel corso dei secoli. Una lotta per l'egemonia sulla Toscana che vide prevalere prima l'una e poi l'altra città:
«Meglio un morto ’n casa che un pisano all’uscio»
Secondo alcune fonti questo famoso detto ebbe origine proprio nella Lucca medioevale. All'epoca infatti la zona della lucchesia divenne uno dei principali obiettivi dei saccheggi da parte della Repubblica di Pisa, tanto che un morto divenne preferibile ad un guerriero pisano sulla porta di casa. Un'affermazione a cui i pisani sono soliti rispondere «che Dio ti accontenti!».
Un'altra versione sostiene che l'origine del proverbio sia da rintracciare nel compito svolto dai pisani, che divennero gli esattori delle tasse di Firenze. Sentire bussare alla porta di casa un pisano significava dunque dover svuotare le tasche. E, tenendo a mente la proverbiale “parsimonia” di Lucca, dove «un ebreo più un genovese non fanno un lucchese», è facile capire come i pisani divennero una presenza poco gradita.
fonte articolo: www.firenzetoday.it