La rivalità tra Pistoia e Prato, due città molto vicine tra loro, è una delle più sentite e antiche della Toscana, la quale ha dato vita a numerosi sfottò e scontri.. La leggenda che ha contribuito a far nascere questo odio fa riferimento a un episodio avvenuta addirittura nel 1312. Nel Duomo di Prato viene custodita dal 1142 la reliquia più importante della città: si tratta della cosiddetta "Sacra Cintola", una sottile striscia di lana caprina verde, broccata in filo d'oro, che secondo la tradizione apparteneva alla Vergine Maria, la quale la donò a San Tommaso come prova della sua Assunzione in cielo. Secondo il racconto, il canonico Giovanni di ser Landetto da Pistoia, si impadronì di essa con lo scopo di portarla nella propria città. Uscendo da Prato però, a causa della nebbia fitta, si perse e tornò al punto di partenza. Convinto di essere a Pistoia, gridò all'ingresso della città: "Aprite, aprite Pistoiesi, ho la cintola dei Pratesi!". Secondo le documentazioni dell'epoca, conservate nell'archivio comunale, fu processato sommariamente dai Canonici e gli venne tagliata la mano. Subito dopo, Musciattino (il soprannome del ladro pistoiese), fu condotto sul greto del fiume Bisenzio, legato per la coda a un asino, per essere arso vivo. Si narra che la folla, per quanto fosse inferocita, gettò la mano del pistoiese contro il Duomo di Prato, lasciandovi una macchia di sangue, ancora oggi visibile, grazie a una venatura rossa sul marmo. Molto probabilmente questo furto venne commissionato da Firenze, eterna rivale insieme a Pistoia, che voleva controllare maggiormente Prato, la quale stava divenendo sempre più importante in campo economico e politico. L'episodio di Musciattino, tra verità e leggenda, è rimasta viva nel corso della storia, e sottolinea ancora oggi l'importanza della Sacra Cintola nella comunità pratese. Questo è con molta probabilità il primo avvenimento che ha reso così nemiche le città di Pistoia e Prato, protagoniste dei uno derby più coinvolgenti della nostra regione.
Tifo Toscano